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ELISABETTA FRANCHI E L’ETICA NELLA MODA

Ho aspettato che il fuoco della polemica si quietasse, per riuscire ad esprimere un concetto più ragionato e ampio rispetto al giudizio sommario sulla persona.
Nel sistema di mercato contemporaneo, il principio è di portare le cose al nulla nel tempo più rapido possibile. In questo contesto la moda cerca di accelerare questo processo al suo massimo. Per questo la macchina della moda è nichilista per eccellenza.
Di contro il fascino della moda si regge sull’immagine e sul sogno che riesce a produrre, grazie alla sua capacità di vendere la sua immagine patinata, e all’aderenza ad un modello di adeguatezza sociale.
Per valutare i comportamenti nel mondo della moda bisogna seguire le regole del mercato non dell’etica sociale, altrimenti si costruisce un ragionamento su basi completamente forvianti.
In ultima analisi c’è da comprendere che a capo di tutte le aziende, non c’è una figura che domina la piramide aziendale, ma anche lui ha un capo occulto che è “Il mercato”
Il comportamento antisociale trova un capro espiatorio, bisogna rispondere a “lui” e quindi per rispondere all’esigenza del mercato tutto diventa lecito.
L’etica nel mondo della moda è talmente annichilita da assumere un etimologia della parola  differente anche nel significato.
Se si cerca azienda etica nella moda, Google per la maggior parte delle risposte, ti proporrà aziende che utilizzano tessuti ecologi che riducono l’impatto inquinante sul pianeta. Nella moda quindi etica assume il significato di poco inquinante. L’etica appartiene quindi solo al lato esteriore, quella della sua immagine pubblica, nella sua doppiezza non c’è accenno alla dimensione interna.
Ricordo che una decina di anni fa, le maggiori aziende di moda donna, per combattere il fenomeno dei disturbi alimentari, avevano stipulato un accordo per portare le taglie minime alla taglia 42/44. Quell’anno non si trovava una modella 38 perché erano state tutte prenotate dalle aziende che avevano stipulato l’accordo. Nessuno delle decine di imprenditori sottoscrittori dell’accordo utilizzo una modella di taglia maggiore della 40.

Il mondo della moda è distopico, vive di un dualismo ontologicamente inconciliabile. L’errore della Franchi è di aver squarciato il velo di ipocrisia che separa il mondo degli addetti ai lavori da quello dell’opinione pubblica, ed aver fatto affermazioni inopportune in relazione al contesto in cui sono espresse.

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